M. Aurelius Claudius
(Claudio II il Gotico) [1][4]

fig. 1

fig. 2

fig. 3
Notizie storiche:
M. Aurelius Claudius nacque in Illiria attorno al 215 d.C.. Ottenne il favore imperiale per il suo talento militare e divenne uno dei generali favoriti sotto Valeriano e Gallieno. Quando quest'ultimo fu assassinato in un complotto a cui si dice che egli non sia stato estraneo, fu immediatamente proclamato imperatore. Procedette subito dopo a infliggere una sonora sconfitta agli Alemanni che avevano invaso la Rezia sino a penetrare in Italia e nel 269 mosse contro l'immenso esercito dei Goti numericamente superiore e lo sconfisse a Naissus (l'attuale città serba di Nis). Morì di peste nel 270 d.C., dopo soli due anni di regno.
 
Caratteristiche:
Peso reale ~2,5 g; Q~ 1,6 mm; h <1 mm; Æ piccolo bronzo.
 
Dritto:
Testa radiata a destra.[1]
Rovescio:
Altare illuminato con palmette e ornato di ghirlanda.[2][3]
 

[1] La testa radiata sul diritto della moneta (fig. 1) è compatibile con l'antoniniano in rame di fig. 3, coniato forse sotto Quintillo e classificato da Cohen al n° C 50 - vol. VI del suo "Description historique de monnaies frappés sous l'empire romain".
[2] Come si evince dal tipo del rovescio (l’altare), la moneta è una consecratio (v. nota 3 succ.). La consecratio o apoteosi era una cerimonia attraverso la quale si conferivano attributi divini ad un defunto, di solito un imperatore. Elementi essenziali della cerimonia erano: l’altare dedicato al defunto, la pira funebre, l’aquila liberata dalla cima della pira per portarne in cielo l’anima. Uno di questi elementi compare di solito sul rovescio, in questo caso l’altare.
[3] L'associazione di questo piccolo bronzo con Claudio II il Gotico (coniato dopo la morte dell'imperatore), è stata proposta da due lettori di queste pagine (v. corrispondenza con i lettori di Andrea e di Dario Ferro), in particolare Andrea sostiene che possa trattarsi di un conio non ufficiale (falso d'epoca ?). In proposito osservo che il tipo monetale riflette effettivamente l'antoniniano descritto da Cohen al n° C 54 del testo sopra citato di cui non si dispone dell'immagine; ne differisce tuttavia per la leggenda che nel bronzetto in esame è assente. Anche la lega metallica appare diversa e diversi sono il peso e il diametro. Per una possibile spiegazione si richiama la nota di D.R. Sear ("Roman coins and their value" - pag. 268) dal titolo "radiati barbarici" che qui di seguito riporto sinteticamente: " Gli antoniniani della fine del 3° secolo, particolarmente quelli degli imperatori Claudio Gotico, Tetrico I e Tetrico II furono frequentemente imitati in Gallia e Britannia. Talune delle copie erano tanto buone quanto gli originali ma la maggior parte erano coni molto approssimativi sia nelle leggende che nei tipi rappresentati".

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