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Costanzo e la FEL TEMP REPARATIO
Roma, 14.8.2003
Queste due monete mi sono state regalate da mio nonno. la piu' piccola ha un dm. di 19/21 mm ed è molto leggera (3,6g*). Non sono in materiale ferro-magnetico. Grazie e saluti
* aggiornamento del 21.6.2005
 fig. 1
Roma, 22.5.2005
Egregio Lettore,
i maggiori dettagli da lei inviati consentono di aggiornare lo studio di questa moneta effettuato due anni fa (cliccare qui per il precedente). Di seguito riporto le conclusioni a cui sono pervenuto:

Æ3, zecca di Roma1, (26.9.352 - inverno 354)2 d.C., RIC VIII 2593, indice di rarità "R"

D. D N CONSTAN - TIVS P F AVG4 . Busto drappeggiato e corazzato di Costanzo II, con diadema di perle. D nel campo dietro la testa.
R. FEL TEMP  RE - PARATIO5 . Soldato elmato volto a sinistra, imbraccia uno scudo con il braccio sinistro mentre trafigge con una lancia un cavaliere caduto, scudo a terra a destra. Il cavaliere indossa un pileo e cade in avanti abbracciando il collo del cavallo. Segno di zecca, 6.

La ricerca nel web di monete identiche a quella di figura non ha prodotto risultati. Il link che segue si riferisce ad una moneta di tipologia simile prodotta dalla zecca di Roma:

  1. http://www.forumancientcoins.com/catalog/zoompg.asp?param=10183q00.jpg&id=7317 Constantius II, 22 May 337 - 3 November 361 A.D. 10183. Bronze AE 3, RIC 309, VF, Rome mint, 2.17g, 17.5mm, 180o, 355-361 A.D.; obverse D N CONSTAN-TIVS P F AVG, pearl-diademed, draped and cuirassed bust right; reverse FEL TEMP REPARATIO, soldier spearing fallen horseman, R wreath P in ex; $14.00.
Concludo osservando che le caratteristiche fisiche e di stile della moneta appaiono coerenti con i conî d'epoca.

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
 

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Note:
(1)L'assegnazione della moneta alla zecca di Roma è il risultato di una ricerca piuttosto laboriosa basata sulla identificazione certa di soli due dei quattro elementi del marchio di zecca, specificamente la lettera G presente nel campo a sinistra e la coroncina, il cui riconoscimento è stato reso possibile dal recente invio di una nuova immagine ad alta definizione. Il segno caratteristico principale della zecca, la "R" in esergo, è troppo usurato per essere identificabile con certezza
(2)L'arco temporale a cui la moneta appartiene è quello compreso tra il ritorno della zecca di Roma sotto il controllo di Costanzo (26.9.352), dopo l'abbandono della città da parte di Magnenzio, e l'esecuzione di Costanzo Gallo (Cesare dal 15.3.351) nell'inverno del 354. In quell'arco temporale le officine della zecca di Roma batterono la stessa tipologia monetale di figura sia nel nome di Costanzo II che in quello del Cesare Costanzo Gallo.
(3)Permane nella classificazione un margine di incertezza, dovuto allo stato di usura della moneta e alla conseguente difficoltà di discriminare in modo certo la tipologia della testa coronata:

(4)Dominvs Noster CONSTAN TIVS Pivs Felix AVGvstvs. Costantino II, Costanzo II e Costante (con quest'ordine di anzianità) divennero Augusti il 9 settembre del 337, circa quattro mesi dopo la morte del loro padre, Costantino I il Grande. Insieme si divisero l'impero, Costantino II governò in Ispagna, Gallia e Britannia, Costanzo II in Oriente ed Egitto,  Costante in  Africa, Italia e Illyricum. Nel 340 Costantino II invase improvvisamente i territori di Costante ma l'impresa fallì e perì in battaglia ad Aquileia. Costante rimase quindi unico Augusto d'Occidente fino a che cadde vittima nel 350 di un complotto militare organizzato da Magnenzio. La rivolta di Magnenzio durò sino al 353 quando, avuta la peggio nella guerra contro Costanzo II, piuttosto che arrendersi, l'usurpatore preferì il suicidio. A quel punto Costanzo rimase unico sovrano dell'impero romano sino al 5 ottobre del 361 quando anch'egli morì per cause naturali mentre si stava muovendo per reprimere la rivolta di Giuliano l'Apostata (v. altra corrispondenza con i lettori).
(5)Sono indicate in rosso le parti abrase della leggenda. Mentre il significato della leggenda allusiva del "ritorno dei tempi felici" (forse quelli in cui Roma riusciva ancora a mantenere l'ordine interno  e a proteggere la popolazione dalle invasioni) è trasparente, non del tutto certa è l'espansione della leggenda, FELix TEMPorvm   REPARATIO oppure FELicium TEMPorum REPARATIO oppure FELicis TEMPoris REPARATIO.
Sulle FEL TEMP REPARATIO (in breve, FTR) ha scritto un interessante articolo Dough Smith (v. http://dougsmith.ancients.info/ftr.html) da cui attingerò per la breve sintesi che segue. La riforma monetaria del 348 di Costante e Costanzo II portò in circolazione tre nominali in bronzo argentato, nei seguenti tipi, tutti caratterizzati dalla leggenda del rovescio FTR:
 
Nominali Tipi
maggiore (biglione - argento al 3%) - grande AE2 "Cavaliere disarcionato" (tema del rovescio preferito da Costanzo II)
"Galea pilotata dalla Vittoria" (tema del rovescio preferito da Costante perché verosimilmente onorava lo sbarco di Costante in Britannia nel 342)
intermedio - piccolo AE2 - busti a sinistra "Barbaro portato fuori dalla capanna" (tema del rovescio preferito da Costante forse per esaltare il tema della ricolonizzazione dei territori conquistati) 
"Sovrano con due prigionieri" (tema del rovescio preferito da Costanzo II)
minore - AE3 "La Fenice"
Con la morte di Costante, il "Cavaliere disarcionato" rimase l'unico tipo degli FTR in circolazione. Durante i suoi 13 anni di vita, il "Cavaliere disarcionato" subì molte modifiche in peso e dimensioni. Le prime monete erano quelle che i collezionisti definiscono AE2 in quanto  misuravano 21÷23 mm di diametro; le ultime emissioni scesero a 16 mm, nemmeno qualificabili come AE3. Spesso queste ultime monetine sono dette AE3/AE4 per indicare che si collocano nella fascia di confine tra AE3 e AE4. Anche il peso progressivamente scemò così come il contenuto, in partenza già basso, d'argento.
Il "Cavaliere disarcionato" fu coniato grosso modo in quattro varianti. Tutte avevano in comune la presenza di un cavaliere ferito a morte da una lancia. La prima mostra il cavaliere in ginocchio a terra dinanzi al cavallo. La seconda lo mostra seduto a terra davanti al cavallo. La terza lo vede ancora in arcioni ma con il braccio e la testa protesi all’indietro verso l'aggressore. L'ultima, che è quella pertinente alla moneta di figura, lo vede schiantarsi a terra abbracciato al collo del del cavallo.
Come giustamente osserva Dough Smith il "Cavaliere disarcionato" è una tipica moneta da collezione perché soddisfa tre criteri:
  • Economia, in quanto nessuna moneta del "Cavaliere disarcionato" sarebbe terribilmente costosa; si andrebbe dagli esemplari peggiori a meno di un dollaro per arrivare a quelli veramente perfetti al costo di  100$. 
  • Varietà, in quanto all'interno di ciascuna delle quattro tipologie sopra illustrate, si possono osservare numerose varianti atte a soddisfare le pignolerie del collezionista specializzato.

  • Espandibilità, perché partendo dal "Cavaliere disarcionato" ci si può allargare a tutti i temi della FEL TEMP REPARATIO e poi a tutte le monete d'epoca costantiniana.
(6)è il marchio di zecca (ove "R" in esergo sta per Roma ed "S" sta per la 6a officina) mentre G a sinistra nel campo del rovescio e D in quello del dritto identificano la serie monetale. Ho colorato in rosso la lettera "S" in quanto la sua ricostruzione è del tutto ipotetica.
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