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Tarì aureo di Federico II di Svevia
11.8.2018
Nel porgervi i miei ringraziamenti per l'aiuto immenso che mi date invio questa moneta da identificare: 12mm circa peso 1,83g metallo: oro.
fig. 1
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Roma, 15.8.2018
Egregio Lettore,
di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta in esame:

Tarì1, zecca di Messina, (1194-1197), Spahr 1976, 852

Descrizione (sono indicate in rosso le parti della leggenda usurate o comunque illeggibili):
D. Sei globetti all'interno di un cerchietto lineare; sopra, entro corona circolare, caratteri pseudo cufici indecifrabili, simboli rappresentativi di Federico II3.
R. Entro doppio cerchio lineare, croce su lunga asta accostata dal cristogramma; a sinistra e a destra, su due righe, IC-XC/NI-KA4.

La ricerca di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:

  1. https://www.acsearch.info/search.html?id=2434617 Roma Numismatics Limited http://www.romanumismatics.com/ E-SALE 17 1300 25.04.2015 Description: Frederick II (1198-1250) AV Tarì, Messina (?), 1231-50. Garbled legend around six pellets / Garbled legend long cross. MEC p. 159, D 5, 518-20, 521-6; Spahr 85; MIR 78; D’Andrea 138. 1.95g, 12mm. Very Fine. From the Collection of a Gentleman.
  2. https://www.acsearch.info/search.html?id=2434618 Roma Numismatics Limited http://www.romanumismatics.com/ E-SALE 17 1301 25.04.2015 Description: Frederick II (1198-1250) AV Tarì, Messina (?), 1231-50. Garbled legend around six pellets / Garbled legend long cross. MEC p. 159, D 5, 518-20, 521-6; Spahr 85; MIR 78; D’Andrea 138. 1.41g, 12mm. Very Fine. From the Collection of a Gentleman.
  3. https://www.deamoneta.com/auctions/view/507/202 Coins 202 Messina. Federico II di Svevia (1197-1250). Multiplo di tarì AV gr. 1,96. Spahr 85. MEC14, 521. MIR 78. D’Andrea Hohenstaufen 138. q. SPL Starting price: 200€ Observed by: 4 Number of bids: 1. Realized price: 200€.
  4. https://artemideaste.com/auction/view/107/547 Lot 547: Monete e Medaglie di Zecche Italiane. Messina. Federico II (1197-1250). Multiplo di tarì. Sp. 79/85. MIR 69. AU. 2.77g. R. BB+. Base d'asta 350€.
  5. https://www.bancaditalia.it/servizi-cittadino/musei-collezioni/museo-moneta/approfondimenti/sezione_2.pdf, Tarì, (1209-1220) Oro 2,29g, ∅12/13, 0° inv. 3873. D/ Sei globetti disposti a rosetta, intorno cerchio lineare e segni imitanti la forma delle lettere cufiche. R/ Croce patente su lunga asta, ai lati, su due righe IC XC / NI KA, intorno cerchio lineare. Bibl.: Sambon, p. 190, n. 1121; 21; Spahr, pp. 191-192, n. 85. Vetrina IX, moneta n° 8.

Veniamo alle conclusioni. Nei limiti consentiti ad un esame a distanza, le caratteristiche fisiche, generali e di stile della moneta riflettono quelle degli esemplari autentici del periodo.

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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(1) Tarì (oro). La moneta in oro di tipo arabo, il “tarì”, mantenne per tutta l’età normanna il proprio titolo assolutamente stabile: carati 16 e 1/3 di oro, legato con argento e rame nella proporzione, rispettivamente, di 3 a 1., v. link). Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei tarì della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:
Riferimenti
-
Peso
(g.)
Asse di conio
(h)
Diametro
(mm)
Link01 1,95 - 12
 Link02 1,41 - 12
Link03 1,96 - -
Link04 2,77 - -
Link05 2,29 12 12-13
Dalla tabella si evince che il tarì di di figura, possiede caratteristiche fisiche (1,83g, 12mm) che rientrano nei margini di variazione dei conî d'epoca dello stesso tipo.
(2) Spahr, "Le Monete Siciliane, dai Bizantini a Carlo I d'Angio (582 - 1282) (Graz, ed. 1976)", è il catalogo di riferimento per la monetazione normanna di Sicilia che purtroppo non è consultabile in rete. L'attribuzione alla moneta in esame del categorico Spahr 1976, 85 è il risultato di quanto emerge da Grierson Volume 14, (pag. 159) il quale sostiene che i tarì aurei di Sicilia che recano sei globetti al centro del dritto furono battuti nel nome del re Federico II di Svevia e ad essi vada assegnato il categorico precitato.
(3) La dinastia (v. Grierson Volume 14 - pag. 141) che sostituì gli Altavilla (o Hautevilles) prese il nome dal castello ancestrale di Staufen o Hohenstaufen nella Svevia (Swabia) centrale (Württemberg), distrutto nella Guerra dei Contadini del 1525. I capi della famiglia erano stati duchi di Svevia dal 1079, quando l'imperatore Enrico IV aveva concesso il ducato a Federico I di Hohenstaufen, sicché essi in Italia sono conosciuti come Svevi. Essi erano stati re di Germania dal 1138, quando Corrado (III), figlio del duca Federico, era stato eletto re, ed imperatori dal 1155, quando Federico Barbarossa, nipote di Corrado e padre di Enrico VI, re di Germania nel 1152, fu incoronato a Roma da papa Adriano IV il 15 giugno del 1155 (
v. link). Il loro regno in Italia sarebbe stato breve, dal 1194 al 1266. In molti modi si trattò di una continuazione del periodo normanno, ma con elementi greci e arabi progressivamente sostituiti da quelli occidentali man mano che i legami politici ed economici del Regno si spostavano a nord. Cinque membri della famiglia degli Hohenstaufen furono re di Sicilia, Enrico VI (1194-7), suo figlio Federico II (1197-1250), Corrado I/IV (1250-4), Corrado II/V detto Corradino (1254-8) e Manfredi (1258-66). L'autorità di Manfredi non si estese oltre al regno di Sicilia; gli altri furono anche re di Germania e del Regnum Italicum, in effetti dell'Italia centrale e settentrionale. Solo Federico II fu interamente re di entrambi i paesi; Enrico VI, Corrado IV e Corradino trascorsero la maggior parte della loro vita in Germania. Enrico VI fu in Italia solo negli ultimi tre anni della sua vita, Corrado IV nel 1252-4 e Corradino per meno di un anno tra il 1267 e il 1268. Manfredi fu tecnicamente un usurpatore, diventando re solo quando si diffuse la falsa notizia della morte di Corradino e dopo il rifiuto ad abbandonare la carica quando si seppe che il giovane re era ancora vivo. Il potere degli Hohenstaufen sull'Italia meridionale  e la Sicilia cessò effettivamente nel 1266 quando Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia Luigi IX, convocato da Papa Innocenzo IV ad assumere la corona di Sicilia, sconfisse e uccise Manfredi nella battaglia di Benevento. Il breve e tragico regno di Corradino fu solo un epilogo. Convocato dalla Germania dai Ghibellini italiani il ragazzo diciassettenne fu sconfitto da Carlo nella battaglia di Tagliacozzo in Abruzzo, proprio alla frontiera del Regno e dopo un processo farsa decapitato a Napoli dal vincitore il 29 ottobre 1268.
(4) IC-XC NI-KA, breve per ΙΗCΟΥΣ ΧΡΙCΤΟC NIKA (Gesù Cristo vincerà).
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