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Denario, Ottaviano ed Apollo
20.10.2019
Peso 3.37g. Diametro 20mm.
Ho provata con la calamita. Ma non si attacca alla moneta.
Vorrei sapere se autentica e che valore può avere in queste condizioni.
Grazie.
fig. 1
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Roma, 21.10.2019
Egregio Lettore,
riporto di seguito gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura:

Denario1, zecca itinerante, 37 a. C.2, Crawford 537/2 (pag. 536), Sydenham 1333 (pag. 82), indice di rarità "(8)"

Descrizione sommaria:
D. IMP·CAESAR· // DIVI·F su due righe, entro corona d'alloro3. Bordo perlinato.
R. COS·ITER·ET·TER·DESI4, in verso orario a partire da 9H. Tripode con calderone5 al centro. Bordo perlinato.

La ricerca nel web di monete di tipologia simile a quella di figura ha prodotto i seguenti risultati:

  1. British Museum Department: Coins & Medals Registration number: 1868,0509.1 Bibliographic reference: RR2 115, p.415 Ghey, Leins & Crawford 2010 537.2.1 RR2 115, p.415 Description: Silver coin. (obverse) Laurel-wreath; within, inscription. Border of dots. (reverse) Tripod with cauldron; around, inscription. Border of dots. Obverse inscription Content: IMP·CAESAR DIVI·F Reverse inscription Content: COS·ITER·ET·TER·DESI Dimensions Weight: 4 grammes Die-axis: 8 o'clock. Curator's comments Mint uncertain, moving with Octavian.
  2. http://www.arsclassicacoins.com/wp-content/uploads/2013/10/nac73.pdf 268 Octavianus. Denarius, mint moving with Octavian 37, AR 3.79g. IMP·CAESAR· / DIVI·F· within laurel wreath. Rev. COS·ITER·ET·TER·DESI Tripod with cauldron. Babelon Julia 136. C 111. Sydenham 1333. Sear Imperators 311. Crawford 537/2. Exceedingly rare and undoubtedly the finest of very few specimens known. Countermark on reverse, otherwise very fine 12’000. Ex NAC sale 29, 2005, 427.
Veniamo alle conclusioni: monete della tipologia di figura sono molto rare, tanto che una sola sembra aver movimentato il mercato numismatico negli ultimi anni. Allo scopo di validare l'autenticità della moneta pur nei limiti di un esame a distanza, ho riportato in tabella per un confronto, oltre all'immagine della moneta di figura, anche quelle delle monete autentiche reperite nel web. Dal confronto emerge che la moneta in esame appare piatta, i profili delle lettere e dei tratti sono allargati rispetto agli originali. Alla luce di ciò e considerato che la moneta in esame è discretamente più leggera dei campioni originali, sono propenso a ritenere che essa non sia autentica e che sia stata riprodotta per
fruire del valore venale verosimilmente alto (non meno di un migliaio di euro) che avrebbe avuto se autentica.

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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Note:
(1) Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei denari della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:

Riferimenti Peso (g.)  Diametro (mm) Asse di conio (H)
Link1 4 - 8
Link2 3,79 - -
Dalla tabella si evince che il peso del denario di figura (3,37g) si discosta in modo non marginale da quello delle monete d'epoca di pari tipologia reperite nel web.
(2) 37 a. C., tale è la datazione indicata dal Crawford. Il 37 è l'anno della guerra che Ottaviano conduceva contro Sesto Pompeo, il figlio del defunto Pompeo Magno. Costui aveva occupato la Sicilia (42 a.C.) con una forza navale e raccolto intorno a sé tutti i nemici dei triumviri, aveva quindi dato vita a un vero e proprio blocco navale contro Roma che si era dunque trovata senza adeguati rifornimenti granari (39 a.C.). Nel 38 a.C. Ottaviano era stato battuto in uno scontro navale da Sesto riportandone gravi perdite. Una nuova flotta era stata ricostituita sotto la guida di Marco Vipsanio Agrippa che nel 36 avrebbe battuto in via definitiva Sesto a Nauloco.
(3) IMP·CAESAR·// DIVI·F. Ottaviano, attorno al 37, iniziò a privilegiare nella titolatura il titolo militare di imperator, adottato come prenome, e sottolineare l'audace aspirazione alla divinità con la frase Caesar divi filius (v. link).
(4) COS·ITER·ET·TER·DESI (COnSul ITER ET TERtium DESIgnatus, Console per la seconda volta e programmato per la terza).
(5) Poco prima del 36, Ottaviano emise una serie di denari che raffiguravano il treppiede e la corona di alloro, simboli del dio Apollo. Gli studiosi hanno interpretato queste monete come un'indicazione della speciale devozione di Ottaviano verso il dio, ma la comparsa di questi emblemi divini sulla monetazione romana denota più spesso l'onore di appartenere al collegio sacerdotale dei quindecimviri che aveva il compito di regolare i culti stranieri in città e farsi carico dei libri della Sibilla. A causa di questi doveri, i quindicemviri furono riconosciuti come servi del dio greco che era strettamente associato alle profezie della Sibilla. In onore del loro servizio pubblico, un treppiede di bronzo era posto di fronte alle case dei quindici membri (v. link)..
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