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Roma, asse, Vespasiano e Aequitas
15.1.2021
..da Identificazione Monete (numismatica).
Info su queste monete
fig. 1
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Roma, 17.1.2021
Egregio,
di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti esclusivamente la moneta di figura:

Asse1, zecca di Roma, 77-78 d. C.2, RIC II_NE 1003 (pag. 131)3, indice di frequenza "R2"

Descrizione sommaria:
D. IMP CAESAR VESP AVG COS VIII4. Vespasiano, testa laureata a destra.
R. AEQVITAS - AVGVST5. S C6 a sinistra e a destra in basso nel campo. Aequitas paludata, stante a sinistra, sorregge con la mano destra una bilancia e con la sinistra una pertica.

La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:

  1. http://numismatics.org/ocre/id/ric.2_1(2).ves.1003 Intervalle chronologique: AD 77 - AD 78 Dénomination: As Matériau: Bronze. Autorité émettrice: Vespasien Atelier: Rome Avers/Droit Légende: IMP CAESAR VESP AVG COS VIII. Type: Head of Vespasian, laureate, right. Portrait: Vespasien. Revers Légende: AEQVITAS AVGVST S C. Type: Aequitas standing left, holding scales and rod. Divinité: Aequitas British Museum: 1931,0506.8. Collection British Museum. Axe 6. Poids 10.62.
  2. cngcoins 324, Lot: 369. Closing Apr 09, 2014 at 12:03:00 PM ET. Vespasian. AD 69-79. Æ As (26mm, 9.13g, 6h). Rome mint. Struck AD 77-78. Estimate $100. Sold For $70.
  3. http://www.pegasionline.com/itemdetaila.asp?item=15960 New RIC.1003 (R3) VF+, dark green patina. Rare. VESPASIAN, 69-79 AD. Æ As (8.95g). Laureate head / Aequitas standing with balance scales and rod. New RIC.1003 (R3) VF+, dark green patina. Rare. Realized:  US$ 320. Lot: 461.
  4. https://www.lamoneta.it/topic/90352-vespasianoinfo-e-valore/ 25,5mm, 6,3g Dovrebbe trattarsi di RIC 1003, coniata a Roma nel 77-78; al rovescio l'Aequitas. Moneta rara (R2) con questa legenda di diritto IMP CAESAR VES AVG COS VIII, ma penalizzata da una conservazione modesta che la rende interessante solo per collezionisti specializzati. Valore economico di conseguenza molto limitato. Comunque, l'ho pagata una ventina di euro perché mi piaceva.
Veniamo alle conclusioni, la tipologia di figura è molto rara nella leggenda del dritto IMP CAESAR VES AVG COS VIII, reperibile
in genere solo in uno stato di conservazione modesto, il che la rende interessante solo per collezionisti specializzati. Nei limiti consentiti ad un esame a distanza, le caratteristiche generali e di stile della moneta riflettono quelle degli esemplari autentici del periodo. Ciò detto, in mancanza delle caratteristiche fisiche, non sarà possibile condurre in modo esaustivo l'esame di autenticità. Se autentica, nelle presenti condizioni, la moneta potrebbe valere una decina di euro.

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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Note:
(1) Asse (bronzo). Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche degli assi della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:

Riferimenti Peso(g) Diametro(mm) Asse di conio(h)
Link1 10,62 - 6
Link2 9,13 26 6
Link3 8,95 - -
Link4 6,3 25,5 -
In assenza di elementi sulle caratteristiche fisiche della moneta in esame, non potrò procedere alla comparazione con i dati in tabella.
(2) Nel gennaio del 77 ebbe inizio l'ottavo consolato di Vespasiano (COS VIII appunto) che fu rinnovato con il nono mandato del 79. Di qui la datazione 77-78 d.C. per la moneta in esame.
(3) RIC II_NE. Per assegnare il categorico alla moneta in esame si è utilizzata l'edizione 2007 del RIC poiché l'edizione del 1926 non prevede la moneta in esame.
(4) IMP CAESAR VESP AVG COS VIII (IMPerator CAESAR VESPasianus AVGustus COnSul VIII). Tito Flavio Vespasiano nacque presso Rieti nel 9 d.C.. Il padre Flavio Sabino era uomo di umili origini, la madre Vespasia Polla era figlia di un Praefectus Castrorum. Durante il regno di Claudio, Vespasiano fu inviato in missione militare in Germania e nell'isola di Wight. Sotto Nerone fu Proconsole d'Africa e quando esplose la guerra giudaica nel 66 d.C., fu inviato da Nerone in Oriente a reprimere la rivolta. Alla caduta di Nerone la ribellione era stata soffocata dovunque tranne che nella Giudea ove Vespasiano aveva temporaneamente interrotto le operazioni militari. Nei due anni di respiro che i ribelli avevano così insperatamente ottenuto, il fronte unico esistente nei primi anni della guerra tra moderati e nazionalisti estremisti si era spezzato. A Gerusalemme presero il sopravvento gli elementi estremisti con alla testa Giovanni di Gishala, i quali sfruttarono il loro dominio per consolidare le attrezzature difensive della città e prepararsi a resistere all'assedio. Nella città si scatenarono persecuzioni contro i ricchi, sospettati di nutrire sentimenti filo-romani. Proclamato principe, Vespasiano lasciò il comando supremo in Giudea al figlio maggiore Tito. Solo nella primavera del 70, dopo aver ricevuto rinforzi dall'Egitto, Tito fu in grado di dare inizio ad operazioni importanti. I Romani cinsero la città con uno stretto anello. L'assedio di Gerusalemme, data la sua posizione inaccessibile e le tre linee fortificate che la difendevano, si trascinò per sei mesi (aprile-settembre del 70). Sebbene la popolazione fosse ridotta alla fame e al massimo grado di esaurimento, oppose un'accanita resistenza. Nei primi mesi dell'assedio caddero le due prime linee di fortificazioni mentre la cittadella (città vecchia) e il tempio continuavano a resistere. Infine, in agosto, fu conquistato d'assalto il tempio, che fu distrutto, e un mese dopo cadde anche la cittadella. Gerusalemme fu distrutta e la popolazione ridotta in schiavitù. A tutti gli Ebrei fu imposta una tassa personale in favore di Giove Capitolino; fu proibita la ricostruzione del tempio di Gerusalemme; sul territorio della città pose i suoi quartieri permanenti una legione romana. Tito tornò a Roma nel 71 dove celebrò il trionfo congiunto con il padre e il fratello Domiziano. L'arco di Tito, eretto a Roma sotto Domiziano conserva nelle pareti dell'arcata il ricordo del corteo trionfale e del bottino di guerra costituito dalle spoglie del tempio di Salomone, dalla mensa aurea, dalle trombe d'argento e dal candelabro d'oro a sette bracci. Fra i problemi più difficili che Vespasiano risolse vi fu quello finanziario; a tale scopo impose nuovi tributi, e revisionò rigorosamente il catasto procurandosi fama di cupidigia e avarizia. A questo proposito Svetonio ("Vita di Vespasiano", cap. 23) riporta un episodio curioso. Tito una volta espresse al padre il proprio malcontento, dicendogli che se continuava di quel passo, avrebbe imposto una tassa anche sulle latrine. Al che l'imperatore, afferrando una moneta ricavata da quelle tasse, la porse al figlio chiedendogli ironicamente se maleodorasse; da cui la celebre frase: "non olet!" (la citazione viene oggi utilizzata con riferimento alla disponibilità di denaro da non disprezzare, anche se di incerta origine). Vespasiano abbellì Roma di splendidi edifici, iniziò la costruzione dell'Anfiteatro Flavio (il Colosseo). In campo politico seguì la via tracciata da Cesare e Claudio nella loro politica provinciale e concesse largamente diritti di cittadinanza ai provinciali specialmente a quelli delle regioni più romanizzate dell'Occidente. Negli anni 73 e 74 addirittura, dopo aver assunto l'incarico di censore, compilò nuove liste di senatori e cavalieri nelle quali furono inclusi molti cittadini delle province. Questa misura ebbe una grande importanza di principio in quanto significava l'allargamento della classe dominante con elementi extraitalici e, nello stesso tempo, un ampliamento della base sociale dell'impero. Il vecchio imperatore morì nell'estate del 79, gli successe il figlio Tito. Il 29 agosto del 79 l'eruzione del Vesuvio distruggeva le città di Ercolano, Pompei e Stabia.
(5) AEQVITAS - AVGVST (AEQVITAS AVGVSTI, l'equità di Augusto). La personificazione dell'Aequitas rientra nella iconografia tradizionale, con gli attributi della bilancia e della pertica (strumento di misura lineare) ad indicare il rigore dell'imperatore nella gestione dell'economia e del catasto.
(6) S C (Senatus Consulto, "per decreto del Senato") era la consueta sigla apposta sui nominali in bronzo (sesterzi, dupondi e assi) ad indicare la competenza esclusiva del Senato Romano nelle decisioni attinenti alle emissioni di quelle monete (la monetazione in oro e in argento, che non riporta quella sigla, rientrava invece nelle competenze dirette dell'imperatore).
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