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Marcia Otacilia Severa Augusta
14.1.2002
rev.
Caro Giulio,
mi chiamo Michele e colleziono monete e banconote da molti anni, recentemente mio fratello mi ha regalato delle monete che ha trovato in Tunisia, volevo un aiuto da parte di un esperto come te per dare un'epoca, un valore e un'autenticità a queste monete. Ti mando le foto della prima, dopo te ne manderò delle altre (v. pagina successiva), questa pesa circa 21 grammi, ha un diametro di 3 cm. ed è spessa 5 mm. circa. Ti ringrazio anticipatamente sperando di poterti ricambiare.
Saluti con stima 
Michele. 
 
fig. 1
fig. 2
fig. 3
Roma, 16.1.2002
Caro Michele,
Marcia Otacilia Severa (v. nota(1)), figlia di un Severo, Governatore della Pannonia, sposò Filippo I il cui regno iniziò il 244 d.C. e cessò, con la morte per mano di Decio nel 249. Donna ambiziosa, prese parte col marito alla congiura che portò alla morte di Gordiano III. Morigerata nei costumi, si dice che avesse abbracciato la fede cristiana e che il vescovo di Antiochia, San Babila, le avesse inflitto una penitenza ecclesiastica per la partecipazione alla congiura. Durante il regno di Filippo I i cristiani non furono perseguitati, proprio per l'intercessione dell'Augusta. Alla morte del marito e del figlio (avvenuta in seguito ad una rivolta dei pretoriani, all'appressarsi a Roma dell'esercito di Traiano Dacio), M.O.S. passò il resto dei suoi giorni in ritiro. In suo nome furono coniate diverse monete che recano il segno delle prerogative di "Augusta".
Esse mostrano al dritto una delle seguenti leggende (v. nota(2)):
  1. M. OTACIL. SEVERA AVG.
  2. MARC. OTACIL. SEVERA AVG
  3. MARCIA OTACIL. SEVERA AVG
  4. OTACIL. SEVERA AVG
Il rovescio delle monete è variabile (v. nota(3)), sono ricorrenti le personificazioni delle virtù, tra cui la "PIETAS AVGVSTAE", rappresentata talvolta con la mano destra levata che sorregge un portaprofumi, talvolta mentre sorregge con una mano una patera e con l'altra uno scettro trasversale e, ai suoi piedi, è dritto un fanciullo, talvolta con la scena arricchita dalla presenza di un altare.

Veniamo ora alla tua moneta di cui mi provo a dare una descrizione:
D. MARCIA OTACIL IYBDVCCI Busto di Otacilia diademata a destra
R. HIETAS AVGVSTAE. SC a destra e a sinistra nel campo.

A titolo di confronto ho riprodotto:

  • in fig. 2 un sesterzio di 22,23 g., tratto dal sito http://www.noeren.de/shop/ ; stessa tipologia e leggenda del dritto ma rovescio un po' diverso (qui la Pietas sorregge un cestino) e anche la leggenda cambia (PIETAS AVG questa volta); valore stimato nello stato "Bellissimo", 180 Euro;
  • in fig. 3 una moneta di biglione (lega di rame e argento) di 4,50 g e 23 mm di diametro, del valore di due denari, tipologia confrontabile con la tua (manca tuttavia lo "SC", trattandosi di una moneta d'argento), dedotta dal sito numismatico: http://www.cgb.fr/monnaies/rome/r09/fr/monnaiesc34a.html?depart=243&nbfic=405. Qui cambia un po' la leggenda del dritto, ma è molto simile la tipologia e la leggenda del rovescio; valore stimato nello stato "Bellissimo"  400 Fr. Francesi.
Come potrai osservare, i tipi di fig. 1 sono rozzi, quanto quelli di fig. 2 e 3 raffinati.
Questo è il punto di partenza delle mie perplessità riguardo alla tua moneta che si aggravano quando osservo:
  • la storpiatura della P di Pietas, trasformata in H
  • la leggenda n° 3, in cui, al posto di "SEVERA AVG", troviamo, nell'ultima parte della leggenda del dritto, una successione di lettere incomprensibili
  • l'irregolarità di stile e grandezza delle lettere della leggenda
Lascio a te le conclusioni.

Ti saluto cordialmente.
Giulio De Florio


Note:
(1) "A Dictionary of Roman coins" - Seth W. Stevenson - London Seaby ed. 1982
(2) David R. Sear "Roman Coins and their values" - ed. Seaby 1981
(3) Henry Cohen - "Description historique des monnais frappées sous l'empire romain"- vol. V

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